Filippo Gambetta è un musicista compiuto che in questo momento coglie i frutti di una radiosa maturità declinata su sponde diverse. Otto Baffi è il lavoro più riuscito e meditato che Filippo abbia sino ad oggi fatto uscire. Ascoltare per credere.Disco ClubGuido Festinese
Ovunque grinta, fantasia, competenza tecnica, ed eccellenti idee compositive, per un disco che si avvia a diventare un classico delle note acustiche.”Il ManifestoGuido Festinese
Gambetta si riconferma a ottimi livelli e confeziona un’autoproduzione colma di brani ricercati, mutevoli nella forma, curati nei minimi dettagli e realizzati con uno stuolo di amici che entrano ed escono di continuo dal suo laboratorio. Si sa, in arte la costrizione (e la messa in atto di strategie per aggirarla) a volte produce risultati molto migliori dell’assoluta libertà. E’ il caso di Otto Baffi.Audio ReviewPiercarlo Poggio
Dodici capitoli di idee, che assommano creatività, metabolizzazione di tanta musica ascoltata, tecnica posta al servizio della melodia e dell’immediatezza, disinvolta abilità strumentale di un artista a cui nulla è precluso. “Otto baffi” è un viaggio che una volta finito si ha subito voglia di rifareBlogFoolkCiro de Rosa
Dodici brani di grande pregio, che emozionano con tagli spagnoleggianti, che illuminano con incroci ritmici, che invogliano con intenzioni narrative. Voto: 8Spettakolo.itRaffaello Carabini
Dall’ascolto di questo disco si evince che Filippo Gambetta sia un vero maestro dell’organetto diatonico.Folk WorldMichael Moll
Un disco fresco e di eccellente fatturaLe Canard FolkMarc Bauduin
Non vi è dubbio che Filippo Gambetta sia un maestro dell’organetto. La sua virtuosistica destrezza traspare in ogni traccia, in cui peraltro non vi è mai la sensazione che si sta ascoltando un musicista appariscente. Genova ha una grande reputazione per i musicisti raffinati; tra essi quest’uomo dev’essere tra i migliori.Folk RootsVic Smith
Otto Baffi è sicuramente un disco che dimostra una volta di più la maturità artistica di Filippo Gambetta e la voglia di sperimentare ed affrontare nuove sfide musicali. Un disco con una grande qualità musicale esecutiva – favorita anche dai moltissimi bravi musicisti che lo accompagnano – e arrangiamenti intelligenti e piacevoli, adatto sia a un godibile ascolto, sia a una piacevole danza. In definitiva un ottimo e consigliato ascoltoFolk BulletinTiziano Menduto
Questo Andirivieni, disco di gran pregio che spazia tra svariati aspetti tradizionali di casa nostra ed esteri, sottolinea la compostezza esecutiva di composizioni ormai mature da ogni punto di vista..Jam (Italia, 2009)ROBERTO CASELLI
L’organettista ligure ci regala il suo disco più bello e maturo, dove non c’è bisogno di stupire con gli effetti speciali.Alias / Il Manifesto (Italia, 2009)Guido Festinese
..opera matura, suonata in solido ed affiatato trio. Musica luminosa e fluida, piena di suggestioni.Mondomix (Italia, 2009) Ciro De Rosa
..una musica acustica scintillante e decisa. Nessuna tinta pastello, nessun pericolo di oleografica didascalia: musica sicura di sé, dai temi forti e dal vigoroso contrappunto fra i tre strumenti.Il Giornale della Musica (Italia, 2009) Daniele Bergesio
Andirivieni rischia di essere il manifesto sonoro di quella definizione di folk a mezza strada fra idea e modo d’essere che ci trova accesi propugnatori. Per chi pensa che l’organetto possa essere un linguaggio universale, indispensabilei.Folk Bullettin (Italia, 2009) Roberto G. Sacchi
Gambetta è un vero virtuoso che sa molto bene dove andare: solo musica, nessuna stramberia. I brani sono accessibili e contagiosi, anche nel caso di quelli più surrealisti. Non sentirete da noi alcun commento negativo su questo disco.New Folk Sounds (Paesi Bassi 2009) Marius Roeting
Andirivieni è un altro rimarcabile lavoro solista di Filippo Gambetta, talentuoso organettista genovese. La varietà del materiale e la sua natura melodica ne fa un’esperienza di ascolto accessibile e di sublime piacevolezza.Michael HingstonfROOTS (Regno Unito 2009)
Seguito dell’apprezzatissimo Stria del ’99, Pria Goaea consacra definitivamente Filippo Gambetta come uno dei più validi ed inventivi virtuosi italiani di organetto diatonico.ROCKERILLA (Italia) Maurizio Marini
Non è esagerazione dire che Filippo Gambetta porta alla tradizione dell’organetto diatonico europeo ciò che Astor Piazzolla portò al tango sudamericano. Filippo Gambetta fa parte di quella meravigliosa varietà di musicisti la cui musica porta il marchio della propria terra senza essere definita da essa.DIRTY LINEN (USA) JB
L’astro nascente dell’organetto diatonico. Filippo Gambetta esce con un album di una fattura più concettuale del precedente Stria. Dove la composizione appare molto più importante della sola voglia di suonare e di far festa. Il tutto è sicuramente dosato.LE JOURNAL DE QUEBEC/WEEK END (Canada)Jean Beauchesne
Al di là della forza d’urto, non poca cosa per un disco acustico, di Pria Goaea si apprezzano anche molto i momenti di sospensione e le attese. Niente provincialismi e ancor meno isterie mondialistiche, in Pria Goaea si sta al caldo come a un tavolo della trattoria genovese della signora Maria.BLOW UP (Italia)Piercarlo Poggio
Un lavoro di maturità in cui prevale il desiderio di allargare le influenze della tradizione a sonorità più complesse, anche di stampo contemporaneo. Da ascoltare attentamente.JAM (Italia) Roberto Caselli
Dopo Stria, quest’album conferma che si possa ben annoverare l’organettista genovese tra gli astri nascenti dell’ethnofolk.MONDOMIX PAPIER (Francia) P.B.
Filippo Gambetta è ormai una realtà, giovanissima e ricca di talento e tecnica, del panorama dell’organetto italiano e probabilmente europeo. Fantasia è uno parola che non riesce a esprimere appieno lo spessore artistico di Filippo Gambetta per il quale la parola genialità non ci pare affatto sprecata. (..Stria..) il miglior debutto discografico degli ultimi anni.FOLK BULLETTIN (Italia) Roberto G. Sacchi
Stria è un convincente viaggio in profondità nelle innumerevoli narrazioni musicali offerte dall’abbinamento fra l’organetto e le diverse combinazioni di strumenti a corda e ad arco. Filippo Gambetta si è creato una solida e meritata fama come virtuoso di organetto.SONGLINES (Regno Unito)Alessio Surian
Filippo Gambetta si annuncia come l’astro nascente dell’organetto in Italia.
..Stria è un album molto bello, ricco di idee e di pregevoli composizioni originali, ma soprattutto è un album di una maturità e di una compiutezza di tutto rispetto .COUS COUS (Italia)Gianni Cunich
II folk italiano sembra aver trovato un musicista di statura internazionale nel giovane suonatore di organetto Genovese Filippo Gambetta. Continua a sorprendere la maturità sfoggiata in ambiti sonori tanto diversi e soprattutto nel disco Stria. Il disco si inserisce con molta freschezza nella cosiddetta “tradizione colta”, quella che non disdegna contami nazioni con jazz , classica e folklore non europeo, e porta Stria acanto a nomi prestigiosi come Blowzabella, Chieftains, Donal Lunny.MUSICA! LA REPUBBLICA (Italia) Antonio Vivaldi
Un disco imperdibile, adatto a tutti, non solo per iniziati del verbo folk/world.BLOGFOOLK (Italia)Ciro de Rosa
Il disco del duo di Emilyn Stam e Filippo Gambetta restituisce la voglia di suonare (e ballare) oltre i confini. Quando attaccano un brano assieme, Stam e Gambetta, sembra quasi che tutta la scintillante polvere di stelle delle note apolidi ci giri attorno, tale è il senso di giubilante sicurezza che trasmettono.IL GIORNALE DELLA MUSICA (Italia)Guido Festinese
Filippo ed Emilyn hanno una reciproca comprensione intuitiva impressionante. Questo disco non è mai impenetrabilmente astruso ed è invece alle volte emozionaleFOLK ROOTS (UK)Brian Peters
Questo album celebra la collaborazione di due musicisti eccezionali provenienti da due lati dell’Atlantico. Le note scintillano, aperte, nella gioia di suonare insieme.FOLKWORLD (DE)Michael Moll
Maestrale si rivela un disco molto bello, giocoso, che può renderti davvero felice: suonato bene e con piacere e abbastanza vario da tenere vivo il tuo interesse per tutti i quaranta minuti.Rootstime - BelgioDani Heyvaert
Gambetta, uno dei protagonisti della scena internazionale sul suo strumento, insiste sulla natura duplice del repertorio: per il ballo e per l’ascolto. È musica gioiosa, non stanca mai.Rete Due RSI SvizzeraFranco Fabbri
Con grazia danzante e una fantasia sbrigliata nell’inventare nuove melodie che sanno di radici da usare come esempio positivo per chi crede che il folk acustico sia immobilismo museale. Ci dimostra una volta di più che la tradizione non è il gelido culto delle ceneri, come diceva Mahler.Il ManifestoGuido Festinese
“Maestrale” è il respiro inarrestabile del folk che sa guardare avanti. Un lavoro che rinvigorisce la tradizione mettendo in programma con squisita leggerezza danzante dieci brani che attraversano geografie sonore, conservando una invidiabile presa melodica.BlogfoolkCiro de Rosa
Un trio di liguri aperti ai suoni del mondo. Le composizioni sono creature di sintesi per nulla robotiche, provviste di un cuore pulsanteBlow UpPiercarlo Poggio
Su tutto, è bello far notare come questo cd scorra con una sorta di gioiosa intensità, quasi senza stacco tra un brano e l’altro, a dispetto delle molti fonti a cui si abbevera: merito di una classe strumentale superiore, e di idee ben chiare.
Guido Festinese – Il Giornale della MusicaIl Giornale della MusicaGuido Festinese